Il LY- GFC ha serial number 9010401, costruito a Bacau in Romania nel 1990, 104° esemplare del 1° quarto dell’anno. Lasciato in Lituania dai russi durante la ritirata dello stesso 1990, è rimasto inoperativo fino al 2001 quando è stato messo in condizioni di volo dopo una overhaul generale dalla ditta Nerka di Pociunai. La mia è stata quindi la prima immatricolazione civile con la sigla LY-GFC, in altre parole – vanitosmente - le mie iniziali. L’aereo aveva totalizzato 126 ore totali. La livrea con cui è arrivato in Italia era quella originale Dosaf, bianco con striscia rossa laterale, coda a righe bianco rosse e parte alta del cofano motore blu antiriflesso (variante all’azzurro elettrico originale), stelle rosse su ali e coda.
Mantiene le sue caratteristiche originali fino al 2004 quando già in Yakitalia, durante una mia vacanza invernale, la livrea cambia per assumere – magicamente - quella degli altri Yak della pattuglia: grigio metallizzato e rosso vinaccia. Quando l’ho visto, al ritorno, per la sorpresa ho pianto davanti a tutti: il mio Yak faceva definitivamente parte della più prestigiosa pattuglia acrobatica civile italiana del momento !!
Nel corso degli anni sono state apportate essenziali modifiche quali l’eliminazione dell’ADF ( non facilmente utilizzabile fuori dall’URSS e pesante ben 26 Kg), l’adozione di serbatoi supplementari in ala bagnata (dai 120 litri iniziali agli attuali 280 litri) portando l’autonomia da un’ora e mezzo più riserva a ben quattro ore più riserva, l’aggiunta del sistema fumogeno ed un piccolo accessorio portabagagli dietro il sedile posteriore. Tutte modifiche che possono essere ripristinate in ogni momento. Un’ ultima modifica riguarda il colore dei plexiglass adesso colorati in blu sostituiti con gli originali incolore per un problema di visibilità sotto la pioggia: il colorato riduce sensibilmente la distorsione dell’immagine garantendo una buona visibilità anche con parabrezza molto bagnato. Tra le aggiunte vi sono anche le tips arrotondate all’estremità alari e l’ogiva dell’elica: le tips hanno reso l’aereo più morbido in tutte le manovre sotto G e hanno ridotto sensibilmente la velocità di ingresso e l’irruenza nelle figure che prevedono lo stallo quali vite e frullino; l’ogiva, ripresa dallo Yak 18 T, ha il duplice compito di proteggere i contrappesi dell’elica a giri costanti e di migliorare il raffreddamento del motore radiale ( io l’apprezzo anche sotto il profilo estetico).
Purtroppo, nel corso degli anni, in rispetto alle vigenti normative e per motivi pratici, si sono persi molti di quegli elementi caratteristici che conferivano all’aereo l’origine manifatturiera di altissimo artigianato riguardanti in particolare i cablaggi inguainati dentro protezioni in pelle cucita a mano e fissaggi alle parti strutturali con filo di seta ricoperto e bloccato da resina trasparente color ambra oggi sostituiti da materiali sintetici e fascette. Tutti i pezzi che compongono l’aereo sono verniciati e contrassegnati da numeri scritti a mano con calligrafia ineccepibile.
Tutti gli Yak prodotti dal 1990 in poi presentano piccole differenze rispetto ai precedenti relativamente all’impianto dell’aria – messa in moto, flaps, estrazione e retrazione carrelli e freni funzionano ad aria compressa – ed agli sfiati dei serbatoi principali adesso sdoppiati anziché uno unico per entrambi.
Altre piccole modifiche sono state adottate per motivi di sicurezza tra le quali l’adozione di una membrana che impedisce l’accidentale caduta di eventuali oggetti liberi in cabina che potrebbero interferire fino al bloccaggio nel sistema dei comandi che sono a vista lungo tutta fusoliera.
Il motore non ha subito nessuna modifica e conserva i suoi 360 Hp a 2900 rpm.
Tra le curiosità cito la presenza di interruttori presenti nel cockpit posteriore, quello dell’istruttore, per attivare simulazioni di malfunzionamento negli strumenti di volo quali orizzonte, variometro e anemometro per valutare le reazioni e l’attitudine dell’allievo.
Nel cockpit frontale vi è ancora l’interruttore che attiva una pompa che inietta benzina all’interno del motore da usarsi a temperature di oltre – 20 C° al fine di diluire l’olio di lubrificazione prima dell’accensione.
Infine una curiosità: dai racconti di chi lo ha usato militarmente, ho appreso che gli yak nascevano con un sistema di molle sulla barra di comando che ne favorivano il ritorno alla posizione neutrale al solo rilascio per permettere all’aereo di tornare autonomamente fuori dagli assetti inusuali; quando l’allievo alla fine dell’addestramento era ritenuto pronto, veniva indirizzato verso quei velivoli che in fusoliera presentavano una larga banda trasversale in coda che stava a significare che le molle erano state rimosse ….una promozione ed un monito insieme !!
Il 9010401 ha operato con il numero Dosaf 137 che ho riprodotto in coda in color giallo come in originale ed al suo posto oggi vi sono le marche civili.
Com'era l'aeroplano prima della riverniciatura..
History |
Ad oggi si contano dai 350 ai 500 Yak 52 con marche civili volanti in tutto il mondo più CIRCA 40 Yak50 /18. Specifiche |
Specs | Crew: 2 Performance Never exceed speed: 420 km/h
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